Virtus batte Vicenza davanti a 1500 spettatori

L'esibizione della scuola di ballo



Giovanni Pellecchia
C’erano oltre 1500 persone, domenica pomeriggio alla Kioene Arena (l’ex palasport San Lazzaro), per il derby veneto di serie B Broetto Virtus-BPop Vicenza 2012, vinto dai padovani. La massima espressione del basket regionale, dietro la serie A della Reyer Venezia e le due formazioni in A2 (Treviso capolista e Verona), non poteva avere certo contorno migliore: tra i presenti, anche diverse autorità sportive (come il presidente regionale della Fip Bruno Polon) e politiche locali (come gli assessori allo sport dei comuni di Padova e Rubano, Cinzia Rampazzo e Alberto Rampado). La società di via Tadi aveva creato anche diversi eventi collaterali: prima della partita e durante l’intervallo, infatti, si sono esibiti i ragazzi della scuola di ballo “Make it Funky” accompagnati dallaband “Werevolution” (nella foto) con la collaborazione di Officine Espressive; e sugli spalti era stato allestito uno stand dei volontari Telethon, la Fondazione che si occupa di raccolta fondi per sostenere la ricerca sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche rare di cui la Virtus è sponsor solidale.
Sul parquet, tra le due squadre legate da amicizia di lunga data (ricordiamo che una squadra nata dalla fusione tra Padova e Vicenza raggiunse la serie A2 nei primi anni ’90) ed entrambe neopromosse nella categoria, è stata una vera battaglia. Magari, anche a causa della tensione, non bellissima da un punto di vista estetico (basse anche le percentuali al tiro di entrambe le contendenti), ma decisamente intensa e vibrante. La Broetto Virtus, confermando il suo ottimo stato di salute (il sesto successo su otto incontri nel girone di ritorno) e annullando di fatto la differenza in classifica (vincendo Vicenza, che comunque è lanciatissima verso i play off, poteva ambire al quarto posto), se l’è aggiudicata per 74 a 67. Dopo essere stata costretta ad inseguire in avvio e ancora all’intervallo lungo (le due squadre erano andate negli spogliatoi sul 21-24), ma anche dopo essersi illusa di poterla già chiudere nei 40′ regolamentari: grazie a un ottimo avvio ripresa, infatti, i neroverdi mettevano la freccia del sorpasso e arrivavano a toccare in più occasioni il massimo vantaggio sul +8. Entrata nell’ultimo minuto con un vantaggio consistente, la Broetto Virtus si vedeva però mangiare tutto il vantaggio dai berici: Andrea Campiello, ex Gattamelata, centrava subito una tripla del -3 (61-58); poi, dopo l’attacco fallito dai padroni di casa con Canelo (comunque uno dei cinque locali in doppia cifra), subendo l’1/2 di Benassi in lunetta e il canestro del pareggio ancora da Campiello. Anzi il talentuoso play padovano classe ’97 Marco Pasqualin, forse la vera rivelazione del campionato nelle fila dei vicentini, centrava da metà campo anche un incredibile canestro seppur oltre la sirena finale. Azzerato tutto, senza abbattersi psicologicamente, la Broetto Virtus ripartiva fortissimo anche nell’overtime e questa volta non mollava più la presa. Nelle fila neroverdi, vero mattatore Enrico Crosato: l’ala forte originaria di Thiene (con un passato anche nelle giovanili del VBG Vicenza), autore di 18 punti con 6/6 da due e 2/5 da tre conditi da 9 rimbalzi, e capace anche di “spendersi” nel finale della gara in difesa sul lungo vicentino Nobile che stava fino a quel momento spadroneggiando nel pitturato. «Abbiamo giocato con il cuore – commentava, stravolto ma felice, dopo la gara -. Ero sicuro che avremmo vinto anche quando siamo andati al supplementare».«Francamente, pensavo di averla già chiusa nei 40 minuti regolamentari – ha osservato il coach Massimo Friso -. Anche perchè, in una gara non di alto punteggio, avevamo un discreto margine. Invece… Nell’overtime, comunque, siamo stati bravi un’altra volta perchè ci siamo subito ripresi e siamo partiti di nuovo alla grande. Cosa non facile, anche da un punto di vista psicologico. Ed è quello che, oltre alla vittoria, mi rinfranca di più». Infine, la chiosa del presidente Gianfranco Bernardi che ha seguito la gara a bordo campo su una carrozzina a causa di una gamba ingessata per l’infortunio in bicicletta di inizio mese: «Padova ha bisogno di una pallacanestro d’alto livello, ma anche di tanto entusiasmo. Eventi come il derby che portano così tante persone in palazzetto possono soltanto fare bene all’intero movimento. È difficile perché le spese da sostenere sono sempre tante, ma per ora grazie all’aiuto dei nostri sponsor stiamo tenendo fede alle promesse fatte all’inizio della stagione».