Una stagione “paranoica”




di Giorgio Miola

Frastornato, deluso, incazzato etc….. Non troviamo un termine adatto per misurare lo stato d’animo di chiunque abbia a cuore le sorti del team biancoscudato. E’ il quarto anno consecutivo che di questi tempi, settimana più settimana meno, ci troviamo a dover digerire un’altra delusione al termine o durante i famigerati playoff.
Tre volte secondi nelle ultime 4 stagioni è già un record, ma la costante è quella di una bruciante eliminazione negli spareggi dove una sola volta, ad Alessandria, si è consumata una grande ingiustizia, ma nelle altre tre occasioni si è dovuto veramente masticare amaro.

Oggi abbiamo negli occhi una secca sconfitta, senza attenuanti o recriminazioni, contro un Vicenza che si è palesato sia all’andata che al ritorno più quadrato di noi e capace cinicamente di sfruttare le occasioni avute a disposizione, al contrario del Padova che soprattutto nel match di mercoledì al Menti ha sbagliato l’approccio ed in primis la formazione con delle scelte del tecnico, in primis Capelli nel ruolo di terzino, quanto meno discutibili.

Ma la notizia del match di ritorno, quello forse più convincente di tutti gli ultimi mesi, é stato il ritorno al 3 5 2, ovvero il modulo originario su cui era stato costruito quest’estate il Padova di Vincenzo Torrente. 

Ci ricordiamo tutti come il tecnico arrivato a dicembre 2022 si era lamentato per tutta la scorsa stagione di dover giocare un 4 3 3 per una rosa che era stata costruita per quel modulo e questa estate, con i nuovi innesti aveva assemblato un Padova con il suo modulo di riferimento che pareva una macchina quasi perfetta e che fino a Natale, oltre che tenere il passo del Mantova aveva subito solo 7 reti ed era una delle poche formazioni imbattute di gran parte del calcio professionistico. Ricordo anche molto bene che a Trieste, dopo la bella vittoria contro i giuliani e su specifica domanda negli spogliatoi riguardante l’imminente calciomercato di gennaio aveva risposto “Bisogna stare attenti perché costruire è molto difficile, ma distruggere gli equilibri è un attimo”. E va detto che mai un affermazione é stata così profetica visto che di poco sono arrivati addirittura 6 innesti e tutti con caratteristiche tali da imporgli un ritorno al 4 3 3, modulo sempre mal digerito da lui e dalla squadra il cui rendimento nel girone di ritorno è ben noto a tutti. Se poi guardiamo la fase difensiva vediamo chiaramente che l’undici biancoscudato nel 2024 ha incassato una marea di goal e alcuni protagonisti della prima parte del campionato vedi Perrotta e Crescenzi sono stati inspiegabilmente messi da parte.

Non sappiamo i motivi di questa metamorfosi e di tutti questi cambiamenti di rosa e modulo durante la stagione ma tutto ciò appare inspiegabile all’occhio del tifoso ed anche a chi segue il Padova per professione ed appare ancora più misterioso l’esonero di Torrente ad un mese dal termine del campionato e alla vigilia dei playoff con 70 punti all’attivo, una scelta che si è rivelata disastrosa vista la precoce eliminazione dagli spareggi promozione.

Non stiamo contestando una squadra che é arrivata seconda e ha sicuramente onorato la stagione ma una serie di scelte di mercato e di avvicendamenti di moduli e allenatori che razionalmente fatichiamo a spiegarci.

Crediamo che nel bilancio della stagione e prima di programmare quella nuova, nella speranza che il patron Ourghulian voglia continuare a investire dalle nostre parti, una spiegazione di quanto avvenuto in questi mesi sia dovuta a tutti coloro che amano il Padova.

Intanto dopo aver intascato questo ennesimo rospo proviamo a ricominciare da capo ben consci che dalle nostre parti provare a fare calcio ma anche semplicemente assistervi è sempre più complicato.