L’Assessore Bonavina vorrebbe affidare la decisione ad un verdetto popolare.
di Enrico Daniele
Dell’argomento “Stadio Appiani” si parla da qualche anno, oggetto di tante discussioni tra le varie amministrazioni che si sono succedute in città, tuttavia senza mai venirne a capo in maniera definitiva.
Paura di adottare scelte impopolari?
L’Assessore allo Sport Diego Bonavina, ex calciatore biancoscudato, dalle pagine del Mattino di Padova lancia la proposta di una consultazione pubblica per decidere cosa fare. “…non può essere solo un Assessore o l’Amministrazione cittadina a decidere – chiosa Bonavina – È bene sentire il parere di tutti…”
In effetti, quando si tratta dello Stadio Appiani, parliamo di una struttura che appartiene alla storia di Padova. Definito da qualcuno “…tempio della padovanità che sopravvive, in parte sconsacrato…”, è paragonabile ai ben più celebri simboli cittadini, noti in tutto il mondo: la Cappella degli Scrovegni, il Caffè Pedrocchi, la Basilica del Santo, solo per citarne qualcuno.
Concepito nel 1921, sullo stile dei più classici stadi inglesi, ed inaugurato nel 1924, con i suoi 24.000 posti lo Stadio Appiani è stato il palcoscenico dei momenti più belli della storia del Calcio Padova. Ha conosciuto il periodo di maggior splendore quando l’undici biancoscudato era guidato dal “paron”, Nereo Rocco, capace di far capitolare nella “Fossa dei Leoni” (mai appellativo fu più azzeccato) squadre del calibro della Juventus, del Torino, dell’Inter e del Milan. Fu così fino al 1994 quando l’Appiani dovette cedere il posto all’Euganeo, una nuova struttura per ospitare le partite del campionato di Serie A. Esteticamente brutto, incompleto e poco funzionale per il pubblico, abituato al “catino” dell’Appiani, l’Euganeo non è mai entrato pienamente nel cuore dei tifosi, divisi dai loro beniamini dall’inutile anello della pista di atletica, e perciò rimasti innamorati del vecchio stadio cittadino.
Non di solo calcio, però, ha vissuto l’Appiani.
Veri momenti di gloria anche col rugby.
Il Petrarca degli anni ’70, quello che vinceva scudetti a raffica, vi ha giocato molte gare di campionato.
Memorabile la sfida con gli acerrimi rivali di Rovigo nel maggio del 1977, che porterà poi allo spareggio scudetto giocato a Udine.
All’Appiani un pubblico traboccante!
Indimenticabile per tutto il popolo del rugby, la sfida del “XV del Presidente” contro gli All Black’s, giocata qualche mese più tardi. Era il 22 ottobre 1977 e per la prima volta una formazione italiana affrontava la nazionale neozelandese. Le cronache raccontano di un match tenuto in bilico sin quasi la fine (il primo tempo era finito 6-6 con una meta per parte), vinto poi dai “kiwi” 17-9, davanti a 22.000 spettatori.
L’Appiani, con la città di Padova, protagonista di eventi che rimarranno nella storia.
Storia che potrebbe essere cancellata, almeno parzialmente, dalla demolizione delle gradinate est, ritenute pericolanti e, per utilizzare un termine di moda in questi tempi, con un rapporto costi-benefici negativo.
Dopo il “caffè senza porte”, il “santo senza nome” e il “prato senza erba”, Padova avrà anche uno “stadio senza gradinate”?