Oggi, da dirigente, è uno dei motori del pattinaggio artistico padovano. Ieri, da atleta, è stato il pioniere del salto con l’asta. Sandro Morandin, presidente del Rollclub, ha iniziato una lunga storia, quella del salto con l’asta a Padova, che ha visto nascere molti campioni come Gianfranco Beda, Andrea Pegoraro e Giorgio Piantella. Una storia, vissuta in gran parte all’interno di quello che oggi è lo stadio Colbachini (dove proprio nell’asta Bubka stabilì nel 1992 uno dei suoi record del mondo), che parte da lontano. Siamo alla fine degli anni sessanta e un giovane di Camin decide di prendere la bicicletta per andare a provare a fare atletica leggera all’Arcella.
«Stavo provando a fare il lungo – racconta il ragazzo di allora, Sandro Morandin – Palmarin (storico allenatore dell’atletica padovana, ndr) mi ha visto e mi ha suggerito di provare con l’asta, perchè secondo lui avevo la struttura fisica adatta». Una richiesta apparamenti casuale, che però a segnato a lungo la vita di Morandin.
«Avevo sedici anni – continua l’attuale presidente del Rollclub – Il custode Tiziano non mi faceva saltare dal lato delle tribune, ma da quello opposto, dove c’era una corsia in terra rossa e una zona di caduta in sabbia. In magazzino c’erano delle aste, la migliore era quella in alluminio, altrimenti c’era ancora il bambù. Io mi sono procurato dei sacchetti di sabbia per sistemare la zona di caduta e ho cominciato ad allenarmi». Poi sono arrivate le gare: «Ero nel Vallesport, con cui ho fatto qualche gara. Nel 1971 è nata Assindustria e io ero tesserato con loro. Arduino Furlan (per tanti anni anima della società, scomparso nel 2000) mi ha detto che c’era una gara del Trofeo dell’Industria a Firenze. Ricordo che sono arrivato quarto, è stata una bella trasferta. Io ero l’unico in gara per Padova e da lì è iniziata la storia dell’Assindustria».
L’asta diventa sempre più un impegno: «Poco dopo ho cominciato ad allenarmi seriamente. La società mi aveva procurato un’asta americana, una delle prime in fibra di carbonio. Ma allenarsi senza tecnici in una specialità tecnica non è semplice. Ho incontrato i fratelli Nicolacopulos, che gareggiavano nella stessa società dell’allora primatista del mondo Papanikolaou. Loro mi hanno insegnato qualcosa». Tempi pioneristici anche per quanto riguarda le gare: «Abbiamo organizzato le prime indoor al palasport. Si iniziava la rincorsa nella palestrina, tenendo ovviamente l’asta bassa per riuscire a passare per la porta. Si saltava così un po’ in obliquo dentro al palasport».
Il fascino della specialità fa però proseliti: «Silvana Santi e Arduino mi hanno poi chiesto di mettere insieme un gruppo di ragazzi ed allenarli. Io al tempo ero entrato nel gruppo sportivo dei Carabinieri e là oltre a saltare facevo da aiuto allenatore. Intanto avevamo anche migliorato il parco aste: ero andato fino in Liechtenstein in auto per comprarle ed eravamo riusciti a migliorare anche la zona di caduta. Abbiamo messo assieme un bel gruppo, che poi mi ha aiutato anche a costruire la prima pista di pattinaggio a Mortise. Uno dei più piccoli, avrà avuto otto anni, era Gianfranco Beda».
Da allora il Gruppo asta Padova ha vissuto una lunga storia. Andrea Pegoraro, arrivato a 5.70, ha preso parte ai Giochi Olimpici di Barcellona nel 1992, mentre Giorgio Piantella, oltre a fare incetta di titoli italiani, ha partecipato anche a diverse manifestazioni internazionali, compresi gli Europei del 2010 a Barcellona. A Padova è cresciuta anche l’asta al femminile, introdotta nel programma dell’atletica negli anni novanta: una padovana ha inaugurato la lista dei primati italiani, Michela Trifoglio, mentre Francesca Zanini ha firmato diversi record nelle categorie giovanili.