Ruggero Vilnai, pioniere dello sport Paralimpico

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Testimonianza di Ruggero Vilnai tratta dal libro “Piacere Padova & Complimenti Padova” di Paolo Donà

Sono diventato paraplegtico nel 1964, in seguito ad un incidente in moto. All’epoca non esisteva lo sport per disabili. Solo a Roma esisteva un centro Inail, diretto dal professor Antonio Maglio, in cui si faceva sport terapia, tanto che la prima edizione di quelle che ora sono le Paralimpiadi si sono tenute proprio a Roma, nel 1960. Io all’epoca ero stato a vedere il centro e mi era stato anche chiesto di restare là a praticare sport, ma io ho preferito tornare a casa. Verso il 1977, con la riforma sanitaria che faceva diventare gli ospedali dell’Inail strutture di competenza del ministero, il centro è stato chiuso. Là c’erano circa 120 paraplegici che, alla chiusura del centro, sono tornati a casa. Facendolo hanno diffuso il verbo dello sport per disabili in tutta Italia.

ruggero vilnai
Con alcuni amici in quegli anni abbiamo fondato la prima società del nord Italia, a Pergine Valsugana, vicino trento. Era il 1977. Poi però la cosa stava diventando scomoda e nel 1980 con altri amici abbiamo fondato l’Aspea Padova. L’acronimo significa “Associazione sportiva paraplegici e affiliati” e all’inizio facevano quattro discipline, che ancor oggi sono tra le più diffuse tra i disabili: pallacanestro, atletica, tennis tavolo e nuoto. Di fatto l’Aspea, di cui sono stato presidente per tredici anni, è stata la seconda società per il nord Italia di sport per disabili.
All’inizio è stata dura, perchè nonostante le istituzioni ci supportassero, gli atleti non rispondevano. Dopo due anni eravamo ancora i sei fondatori e ci stavamo chiedendo se avessimo sbagliato. Allora tra i disabili c’era ancora la vergogna, il timore di uscire di casa e farsi vedere.
Noi abbiamo insistito ed abbiamo cominciato ad avere successo, anche perchè si sono avvicinati allo sport molti ragazzi che avevano avuto la poliomelite, allora ventenni o poco più.
L’atletica leggera ci ha regalato i primi successi, anche perchè mia moglie è riuscita a convincere una sua collega a venire a darci una mano. Era Lucia Bano. che ha allenato un paio d’anni anche il basket, ma che nell’atletica ha ottenuto dei grandi risultati.
A metà degli anni novanta la sezione pallacanestro dell’Aspea è stata chiusa, per problemi di costi. Alcuni ragazzi mi hanno così chiesto di aiutarli, perchè avevano voglia di continuare a giocare. Ci siamo rivolti all’Associazione Marcellino Vais, dedicata alla memoria di un atleta Aspea. Loro non facevano sport, ma io mi sarei occupato degli aspetti organizzativi ed economici: hanno accettato di darci una mano e per qualche anno la squadra ha giocato con questo nome. Alla fine degli anni novanta però è nata un’associazione specifica, il Padova Millennium Basket, di cui sono stato presidente per due anni e che ancora oggi fa attività di buon livello, con tre squadre di cui una in serie A.
Accanto alla mia carriera di dirigente ho fatto però per tanti anni l’atleta. Ho fatto buone cose nel basket e nell’atletica, ma senza riuscire mai ad entrare nel giro azzurro, anche se ci sono andato vicino, vincendo tre titoli italiani nei 100 e uno dei 200, più altre medaglie. Allora però non ci si allenava in maniera specifica come oggi. Si giocava regorlamente a pallacanestro, ma nell’atletica c’erano un paio di gare all’anno e ci si allenava solo in vista di quelle.

Vilnai in azione da giocatore di basket
Vilnai in azione da giocatore di basket

Lo sport paralimpico in questi anni è cambiato in maniera radicale. All’inizio come erano proprio i disabili a non crederci. Quando poi loro hanno capito che fare sport era bello, utile e divertente hanno cozzato contro una cultura che ti accoglieva, ma tenendoti in un angolo. Oggi invece lo sport disabili è un autentico fiore all’occhiello per gli organizzatori di eventi. Un meeting di atletica non sembra nemmeno completo se non c’è una gara disabili, ma vent’anni fa non era così.
Ho tanti ricordi legati a questo mondo. Lo sport mi ha dato tantissimo. Nei primi anni dopo l’incidente non volevo nemmeno uscire di casa, come tutti. Se mi chiedevano “come stai?” non riuscivo a rispondere, pensavo alla disabilità. Oggi non è più così.
Lo sport mi ha aperto gli orizzonti, mi fatto riprendere una vita sociale, ricominciare a muovermi, ad uscire di casa, mi ha dato la possibilità di vedere posti diversi. Non era sport agonistico, era prima di tutto una terapia.
Più che i risultati personali quello di cui sono più soddisfatto è di aver dato agli altri la possibilità di fare sport, di conoscere questo mondo. Adesso siamo aiutati anche dai media a far conoscere lo sport paralimpico, trent’anni fa era più difficile avvicinare le persone con disabilità e convincerle a fare sport.
Con Londra 2012 è cambiato il modo di concepire il movimento paralimpico, lo stacco maggiore di mentalità che abbia mai visto. Questo perchè le Paralimpiadi hanno avuto una grande copertura e perchè ci sono stati personaggi di grande fascino come Alex Zanardi, Annalisa Minetti, Giusy Versace. La soddisfazione è che ancora oggi l’Aspea è ancoa tra le società più importanti d’Italia, dopo più di trent’anni. Alcuni padovani, come Antonella Munaro e Nicola Carabba, hanno anche importanti ruoli dirigenziali a livello nazionale. Segno che qualcosa abbiamo seminato e Padova continua ad essere in prima fila: basti pensare che da qui sta nascendo il movimento del rugby in carrozzina.
Per me ovviamente c’è un motivo in più per amare questo mondo. Da qui è nato il mio lavoro: ho un’azienda che produce carrozzine, con 35 dipendenti. Fino agli anni ottanta si faceva sport con le carrozzine normali. Io, appassionato di meccanica, mi sono reso conto che non era possibile, servivano degli accorgimenti specifici. Nel 1982, per passione, mi sono messo a fare carrozzine sportive, con un amico, il sabato, la domenica, di sera. Mi ha dato enormi soddisfazioni, anche se non ci guadagnavo, anzi ci rimettevo. Però ho conosciuto tante persone di tutta Italia, cui serviva una carrozzina per fare sport, e siamo diventati amici.
Dopo tre anni mi sono chiesto se non questo non poteva diventare il mio lavoro, e così è stato. Oggi produco carrozzine manuali di tutti i tipi, ma la passione quelle sportive è rimasta, anche se i numeri non sono altissimi.
SCHEDA
Ruggero Vilnai è attualmente presidente regionale del Veneto del Comitato Italiano Paralimpico. Nato il 22 marzo 1948, è sposato con una figlia e titolare dell’azienda OffCarr di Villa del Conte. Nel 1964, a causa di un incidente in moto, ha riportato una lesione spinale che ha causato la paralisi agli arti inferiori. Dal 1977 pratica e promuove l’attività sportiva per disabili. Fondatore e presidente fino al 1993 dell’Aspea Padova, più volte campione italiano di atletica leggera tra il 1980 e il 1985, è stato anche presidente del Padova Millennium Basket, componente della giunta Coni di Padova e delegato regionale Fispes.