Acerrimi rivali in campo, uniti per qualche verso?
di Enrico Daniele
Petrarca e Rovigo, eterni rivali in campo, 167 derby giocati in campionato dal 1947 ad oggi e tanti altri in incontri più o meno ufficiali. Due realtà che praticano lo stesso sport allo stesso livello, apparentemente simili tuttavia assai diverse e molto più distanti della quarantina di chilometri che dividono le due città.
Il Petrarca, con il suo modo di essere un po’ sostenuto, amato e odiato allo stesso tempo per quell’aria superiore e distaccata che, via via col passare degli anni e il calo dei risultati, l’ha portato ad essere un po’ dimenticato dal pubblico e dalle cronache, come invece era nei favolosi anni ’70 e ’80. Si scrive “Petrarca” e si pronuncia “neri m…a”. E’ così da allora.
Il Rovigo, meno altezzoso dei “non cugini”, una città nel rugby e il rugby nella città. Un tutt’uno, dove politica, vita sociale, mondo del lavoro…tutto, insomma, sembra vivere in simbiosi con l’ovale. Giornali che scrivono di rugby ogni santo giorno, gente che parla e vive di rugby, il tran-tran quotidiano inevitabilmente scandito e contaminato da quello che sembra essere l’unico sport conosciuto in città. Si scrive “Rovigo” e si pronuncia “rugby”. È così da sempre.
In questo periodo di lockdown e distanziamento sociale, coi campionati finiti anzitempo e col mercato che si muove quasi esclusivamente per i club più importanti in un futuro ancora molto, molto incerto, parafrasando un hastag in voga oggigiorno, abbiamo provato a cercare qualcosa che, in qualche modo, unisse le due squadre.
E una l’abbiamo trovata. Forse l’unica.
Siamo tornati indietro a circa un anno fa, al tempo delle semifinali quando Petrarca e Rovigo, per la quarta volta nell’arco dello stesso campionato, si sono incontrate. Non ci interessava l’analisi tecnica delle partite (un pareggio al Plebiscito e una vittoria di Rovigo al Battaglini che aveva aperto ai bersaglieri l’ennesima finale – persa), ma i singoli giocatori impiegati dalle due squadre.
Abbiamo scoperto che, se quelle semifinali si giocassero oggi, entrambe le squadre non potrebbero contare sull’apporto di alcuni tra gli uomini scesi in campo, più o meno nello stesso numero.
GIOCATORI UTILIZZATI
28 Petrarca
23 Rovigo
GIOCATORI USCITI DAL ROSTER
11 Petrarca
10 Rovigo
Nella tabella seguente i loro nomi.
In qualche modo, sotto questo aspetto, le due squadre si somigliano, anche se Rovigo sembra avere maggior attenzione nel coccolarsi le “bandiere” per non farsele scappare. Unica eccezione che si ricordi, qualche anno fa quando Stefan Basson lasciò Rovigo per Firenze dopo nove anni in rossoblù. Anche nei risultati degli scontri diretti dell’attuale stagione, terminata però anzitempo, le due squadre hanno qualcosa in comune. Una vittoria per parte: al Petrarca il 167° derby alla decima di campionato (19-16) e a Rovigo la finale di Coppa Italia (10-3).
Diversamente si osserva rispetto alla classifica al momento dello stop definitivo del campionato.
Dopo 12 giornate disputate, Rovigo era in testa con 51 punti (11 vittorie, 1 sconfitta). Il Petrarca quinto con 42 (9 vittorie, 3 sconfitte).
Appunto, #distantimaiuniti.