di Giorgio Miola
Abbiamo lasciato trascorrere 24 ore prima di scrivere queste riflessioni cercando via via di smaltire le tossine della delusione per quanto visto nel big match con la capolista. Siamo usciti dallo stadio quanto meno frastornati dopo aver visto il nostro Padova, che in questa stagione credevamo forte ed imbattibile, surclassato ed annichilito dal Mantova quasi si trattasse di un confronto tra il Brasile ed una formazione di dilettanti.
Ieri sera non c’è stata partita, con i virgiliani abili nel bloccare ogni tentativo di manovra di Radrezza e compagni e ripartire con grande velocità e palla a terra per portare pericolosissimi palloni dalle parti di Donnarumma realizzando l’iniziale vantaggio nella prima frazione di gioco per poi dilagare nella ripresa fino alla disfatta finale.
Ma al di la del bellissimo gioco dell’undici di Possanzini, forse il migliore visto in terza serie negli ultimi anni, e la capacità di manovrare negli spazi stretti sia in difesa che in attacco, quello che ieri sera ci ha colpito è stata l’assenza del Padova totalmente incapace di portare pericoli verso la porta avversaria e altrettanto inabile nel cercare di bloccare le altrui iniziative in una costante confusione sfociata nel finale in una vera e propria apatia.
Avevamo ancora negli occhi il match pre-natalizio al Rocco di Trieste, novanta minuti caratterizzati da momenti di sofferenza ma alternati con altrettanti di grande personalità e soprattutto caratterizzati da una tenuta costante in tutti i reparti. Ieri è scesa in campo una lontana parente di quella squadra e non crediamo che questo dipenda solo dalla forza avversaria ma anche soprattutto da un deficit di atteggiamento, un rilassamento non inusuale dopo la pausa natalizia.
In questo caso ci permettiamo di dissentire con il pensiero di Torrente che ha detto di ritenere inutili i ritiri visto che la realtà del campo ci ha mostrato un Mantova, reduce da otto giorni trascorsi sul Garda per preparare questo match dopo le bisbocce natalizie, ben più in palla di un Padova che si è limitato alla routine degli allenamenti alla Guizza.
Il crollo delle nostre certezze passa anche dall’aver subito in una sola serata, tra l’altro quella più importante, quasi il 50% dei goal subiti nelle 19 partite del girone di andata e dalla totale incapacità di portare un pericolo degno di questo nome (unico lampo un bel tiro da fuori di Tordini poco dopo il suo ingresso in campo) verso la porta avversaria. Il tutto difronte ad oltre ottomila persone e con la ribalta della tv nazionale per certificare la nostra debacle e frenare pericolosamente l’entusiasmo che si stava risvegliando verso un biancoscudo nuovamente competitivo.
La frittata è dunque ormai fatta e si tratta ora di capire quanto sarà indigesta e quanto potrà influire sul futuro cammino dell’undici di Torrente. Non ci spaventano i sette punti di svantaggio che con mezzo torneo ancora da disputare possono essere colmati ma come potrà reagire la squadra privata di colpo di tante sue “certezze”.
Se dovessimo misurare le conseguenze con il metro della nostra delusione i risultati potrebbero essere assai deludenti ma siamo convinti che Vincenzo Torrente abbia il modo e l’esperienza per far mettere subito alle spalle questo brutto capitolo e riprendere quel cammino che tutti abbiamo ammirato nell’arco di tutto il girone di andata. E’ stato un bruttissimo risveglio ma con il contributo di tutti il sogno può continuare e deve passare attraverso una prova di carattere già da questa domenica nella non agevole trasferta in casa del Legnago Salus.