Meeting Città di Padova, emozioni e record




Nato nel 1987, all’indomani dei mondiali di atletica di Roma, il Meeting dell’Industria, diventato poi Meeting Città di Padova, rappresenta da ormai 28 anni uno degli appuntamenti più importanti del calendario sportivo padovano. Prima allo stadio Colbachini (allora chiamato semplicemente “stadio Arcella”), poi dal 1994 all’Euganeo, il Meeting Città di Padova ha conentito negli anni a tanti appassionati di “assaggiare” la grande atletica mondiale e di vedere dal vivo grandi nomi come Heike Dreshsler, Ivan Pedroso, Asafa Powell, Justin Gatlin, ma anche (o forse soprattutto) di applaudire dal vivo le stelle “di casa” Giovanni Evangelisti, Manuela Levorato, Andrea Longo, Chiara Rosa.

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Il 1987 è stato un anno speciale per l’atletica italiana. La seconda edizione dei campionati mondiali, “invenzione” del numero uno della Iaaf Primo Nebiolo, sbarca infatti a Roma. Una kermesse che, nonostante qualche pagina poco chiara (il “salto fantasma” proprio del padovano Evangelisti) consente a tanti italiani di appassionarsi delle “regina degli sport” che trova una esposizione unica. Proprio una settimana dopo la fine dei mondiali, il 13 settembre, a Padova per la prima volta arriva il Meeting, che si chiama ufficialmente “Meeting dell’Industria”. Assindustria Sport, guidata da Silvana Santi, porta all’Arcella la manifestazione che si coinvolgeva i centri aziendali di atletica leggera e la trasforma in un evento internazionale. Il primo passo è quello giusto: sulla pista padovana sfilano i grandi nomi internazionali, da Stefka Kostadinova, che tenta il mondiale di alto, Said Aouita, Calvin Smith (già primatista mondiale dei 100). Ma gli applausi più fragorosi sono per un trentacinquenne che ha vissuto l’apice della sua carriera agonistica quasi un decennio prima: Pietro Mennea (nella foto a fine gara) chiude davanti a tutti in 20″76 i 200, ma a stregare il pubblico padovano è il suo carisma di campione.

Per la seconda edizione il Meeting cambia completamente periodo e si tiene il giorno della festa di Sant’Antonio, il 13 giugno, un piovoso lunedì.L’uomo più atteso è “Big Ben” Johnson, la stella canadese dei 100, non ancora caduto nelle morse dello scandalo doping che esploderà dopo la fianle di Seoul qualche mese dopo. Johnson è presente all’Arcella, ma non gareggia per infortunio. Gareggeranno invece le due stelle del salto in alto, Patrick Sjoeberg e Carlo Thraenhardt, con lo svedese che vince con 2.30, stessa misura di Luca Toso che nell’occasione uguaglia il primato italiano. Oltre che dalla pioggia la seconda edizione del Meeting è stata caratterizzata dall’esperimento degli organizzatori, che avevano scelto una strategia non proprio popolare per quanto riguarda il costo dei biglietti.

Assindustria tornerà presto sulla scelta e già dal 1989 il Meeting è proposto come appuntamento popolare, aiutato anche da una data (il 17 settembre) che favorisce da sempre la presenza degli spettatori. Nell’anno della caduta del muro però a catalizzare l’attenzione sono due grandi stelle internazionali. Nella velocità brilla Merlene Ottey, sprinter giamaicana dall’incredibile longevità sarà in gara anche ai campionati europei di Barcellona del 2010) capace di sette partecipazioni olimpiche e di 14 medaglie mondiali, spesso conquistate alle spalle di atlete poi chiaccherate per motivi di doping. Ottey vince i 200, come Stefano Tilli (a lungo suo compagno nella vita). Ma la presenza più significativa è quella di un uomo che diventerà un vero “amico” del pubblico padovano, Sergey Bubka. Alla sua prima partecipazione al Meeting arriva a quota 5.80.

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Gli anni novanta si aprono ancora con la stella di Merlene Ottey, che vince 100 (10″99) e 200 in un’Arcella che ospita anche un’altra grande dell’atletica di fine millennio, la tedesca (in origine tedesca orientale) Heike Drechsler. Il suo balzo nella pedana del lungo supera i sette metri (7.03), ma all’Arcella saprà fare anche di meglio. Intanto il pubblico padovano può  applaudire dal vivo anche un beniamino di casa, Giovanni Evangelisti, che con la maglia proprio di Assindustria vince il lungo davanti a Robert Emmian, uno dei migliori interpreti della specialità.Evangelisti è davvero a casa a quello che sarà poi il Colbachini, visto che spesso si allena proprio su questa pista e che abita a poca distanza.

Heike Drechsler torna a Padova e nel lungo dà vita ad una bella sfida con un’altra bionda, la connazionale Susen Tiedtke, saltatrice dallo stile peculiare mutuato dalla ginnastica artistica. La misura che porta Dreshsler alla vittoria è incredibile, un 7.39 che resta ovviamente ancora il record della manifestazione, oltre ad essere stata la miglior prestazione mondiale dell’anno in quel 1991.

Ma di record si torna a parlare dopo un anno, il 30 agosto 1992. Nel giorno in cui Lance Armostrong, prima della malattia, vince il mondiale davanti a Miguel Indurain a Oslo, Sergey Bubka compie una delle imprese più memorabili per lo sport di Padova. La gara dell’asta, nella pedana proprio di fronte alla storica tribuna, sta terminando, mentre anche il luno e caldo pomeriggio di atletica dell’Arcella è agli sgoccioli. Bubka ha dominato la sua gara e rimasto da solo porge ai giudici la richiesta che diventerà storica: 6.12 primato mondiale di asta. La rincorsa, l’asta che si piega, lo “zar” che sale. Quando ricade sul materassone l’assicella è ancora al suo posto: è record del mondo. L’entusiasmo esplode, urla, abbracci, braccia alzate al cielo. Momenti indelebili: ancora oggi al Colbachini l’impresa è ricordata da un calco in bronzo delle mani di Bubka. L’impresa fa fare al Meeting padovano il giro del mondo.

Nel 1993, sempre alla fine di agosto, l’attesa per un bis è trepidante, ma il record del mondo rimane un evento unico. Anche se nei tre chilometri di marcia Ileana Salvador si supera e firma, con 11’48″4, la miglior prestazione mondiale all time sulla distanza. Bubka da parte sua è presente, anche se non in condizione per regalare ancora emozioni indimenticabili ai padovani.

Lo stadio Colbachini è stato per sette edizioni la casa del Meeting Città di Padova, adattandosi per cercare di accogliere al meglio i grandi dell’atletica mondiale. È però tempo di trasloco: lo stadio Euganeo è finalmente pronto e proprio l’ottava edizione del Meeting aprirà ufficialmente ai padovani le porte del nuovo stadio. Il 10 luglio del 1994 sono in quasi diecimila a sedersi sulle nuove tribune, per una kermesse che per la prima volta si svolge in notturna e che vede il veronese Andrea Benvenuti, sugli 800, tra gli atleti più applauditi. A sugellare il clima di festa i fuochi d’artificio e le candele sugli spalti che chiudono la serata.

Pedroso

Il “nuovo” Meeting diventa a metà degli anni novanta una meta preferita per gli atleti cubani, che in questo periodo dominano soprattutto nei salti, e che sapranno negli anni onorare l’ospitalità padovana. Ivan Pedroso (foto sopra) stupisce tutti e con un salto che unisce potenza e leggerezza in maniera unica atterra a 8.70. Al di là dell’8.96 di Sestriere, non omologato per incertezze sulla misurazione dell’anemometro, si tratta di una delle migliori prestazioni del cubano con vento regolare (il suo primato è 8.71 ottenuto a Salmanca). Da parte sua il connazionale Yoel Garcia fa 17.44 nel triplo. A farsi amare dal pubblico dell’Euganeo c’è anche Jon Drummond, istrionico sprinter statunitense che vince i cento, mentre una leggenda come Frankie Fredericks si impone sulla distanza doppia.

Pedroso continuerà a tornare all’Euganeo ancora per molti anni, onorando sempre pedana e pubblico padovani con prestazioni importanti, spesso arrivate al termine di una sfida con il giamaicano dagli occhi azzurri, James Beckford. Nel 1997 con 8.63 e nel 1999 con 8.70 firmerà proprio a Padova la sua miglior prestazione stagionale, che in queste due occasioni resterà anche in vetta alla classifica mondiale al termine della stagione. Personale stagionale padovano per il cubano anche nel 2002 (8.30) e 2003 (8.31) quando ormai la sua splendida carriera con quattro ori mondiali e uno olimpico (nel suo palmares manca solo il record mondiale, destino comune a tanti lunghisti) si avvierà alla conclusione.

La seconda metà degli anni novanta è forse la stagione migliore per il Meeting Città di Padova, che unisce al meglio qualità degli atleti in gara e seguito del pubblico. Assindustria sceglie, con il sostegno dell’amministrazione, l’ingresso gratuito all’Euganeo e questo contribuisce ad allargare la base degli appassionati, ma incentiva anche le presenze da fuori città. Ormai il Meeting è un appuntamento imperdibile per tutto il Veneto. A Padova sfilano tra gli altri Fiona May (nel 1996, poco prima dell’argento di Atlatna) e Marion Jones, con l’allora marito pesista Cj Hunter nel 1998) ma anche i campioni di casa. Il padovano di Piove di Sacco Andrea Longo è uno degli ottocentisti più forti del mondo e davanti al suo pubblico riesce spesso a tirare fuori qualcosa di più anche in volata, che non è il suo punto di forza. Proprio nel 1998 riesce a superare al fotofinish Norberto Tellez con ilo tempo di 1’44″72 scatenando l’ovazione dell’Euganeo.

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Non è padovana, ma gli amici di Arino i Dolo non devono fare molta strada per arrivare a Padova ad applaudire Manuela Levorato, probabilmente la miglior velocista italiana di tutti i tempi. Anche per lei il Meeting di Assindustria ha un sapore particolare e nella sua carriera onorerà sempre la gara, come nel 2000 quando chiude in 11″16, un tempo che dovrebbe valere il record italiano. Dovrebbe perchè dopo aver festeggiato in pista con tutto il pubblico arriva il dubbio. La partenza più che perfetta infatti aveva stupito tutti e ad un attento riesame da parte di federazione e giudici emerge che si tratta di una falsa partenza. Addio record, ma Levorato continuerà ad essere presente a Padova, anche da spettatrice dopo il ritiro.

Sempre nel 2000 l’Euganeo saluta l’ultima apparizione padovava da atleta di Sergey Bubka, che prova, senza fortuna, a conquistare il pass per Sydney.

Il terzo millennio si apre con un altro italiano protagonista, l’ostacolista Fabrizio Mori, che vince la gara sul giro di pista superando la concorrenza sul rettilineo finale. NEl 2001 esordisce a Padova anche Magdelin Martinez, la triplista di origine cubana che a lungo gareggerà proprio con la maglia gialloblù di Assindustria. Nel 2002 i riflettori tornano a illuminare la ara di asta, dove si esibisce Stacy Dragila, campionessa del mondo che arriva a 4,62. Il manto erboso dell’Euganeo non può ospitare le gare di lanci lunghi e per questo il Meeting ha spesso un “antipasto” al sabato, con una gara solitamente di martello ospitata al Colbachini. Nel 2003 si sfidano la cubana Ypsi Moreno (che arriva a 73.91) e la blognese Ester BAlassini, che con 70.43 firma il record italiano. Nel 2007 Moreno arriverà a 75.65, una delle migliori prestazioni di sempre su suolo italiano.

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Nel 2004 al record italiano ci arriva un’altra specialista della materia, Chiara Rosa, che comincia a prendere le misure della pedana che la vedrà spesso protagonista con 17.76, primato under 23. Il Meeting Città di Padova continua a crescere e nel 2006, davanti a 10 mila spettatori, sfilano alcuni dei migliori atleti del momento, dal quattrocentista Felix Sanchez all’ostacolista veloce Dayron Robles, mentre Natallia Khoroneko (20.17 nel peso) e Marian Oprea (17.56 nel triplo maschile) stabiliscono i record della manifestazione. Nel peso cominciano la loro sfida le due amiche-rivali Chiara Rosa e Assunta Legnate, che poi a causa di un problema all’occhio perderà la vista, ma coraggiosamente tornerà a gareggiare dominando a livello paralimpico.

Nel 2008 dallo stadio Euganeo partono anche i partecipanti della Human Race, unendo atletica di alto livello e passione per la corsa, ma con l’avanzare della crisi e il ritiro di alcuni atleti di casa il Meeting Città di Padova soffre. Assindustria nelle difficoltà riesce a mantenere comunque viva una manifestazione ormai storica. Nel 2009 la stella è Oscar Pistorius, atleta amputato che anni dopo vivrà complesse vicende personali. Il Meeting intanto punta sempre più sugli atleti italiani, anche il collaborazione con la Fidal, e riesce a ritrovare una collacazione importante nelle ultime stagioni anche a livello internazionale, con il giamaicano Nesta Carter che nel 2012 arriva a 10″09 (record del meeting) nei 100 e Justin Gatlin che sceglie proprio Padova per tornare alle gare dopo quattro anni di squalifica per doping.