Federico Cesarano è stato il primo padovano a vincere una medaglia d’oro olimpica. Siamo nel 1920 e i Giochi si disputano ad Anversa, in Belgio. Cesarano fa parte della squadra di sciabola che vince la medaglia d’oro. Il capitano di quella formazione – che comprende addirittura otto atleti – è il mitico Nedo Nadi, che in quell’edizione vince tre medaglie d’oro e una d’argento, tanto da indurre re Alberto I, che effettuava tutte le premiazioni, a dirgli, dopo il suo terzo oro: “Ancora qui, signor Nadi?”.
Il padovano è presente anche alle Olimpiadi di Parigi del 1924, dove si iscrive come Federico Secondo Cesarano. Ma non fa parte della squadra di sciabola, perché ha cambiato disciplina, dedicandosi al tiro alla fune, che all’epoca figurava nel programma olimpico. L’Italia giungerà quarta.
Ma, nella storia dello sport padovano, potrebbe anche essere che questo personaggio abbia una rilevanza ancora più grande. Le notizie sono poche e incerte: di sicuro c’è che nel 1906, una squadra di calcio padovana che si chiama “Club Cesarano” partecipa a un non meglio precisato campionato italiano. Di quella squadra fanno parte alcuni dei reduci che nel 1899 hanno giocato le prime partite di calcio disputate nella nostra città sotto l’egida di Tullio Angeli, un padovano che era stato a lungo in Svizzera, dove il football era già molto diffuso. Questi “reduci” sono Carlo Zanierato, “Lupo” Zanitti, Leone Romanin Jacur, Bellavitis e Zuralech. Il Club Cesarano, narra il volumetto “Nozze d’argento dell’Associazione Fascista Calcio Padova“, edito nel 1935 a cura di Agno Berlese nel giugno 1906, alle 12 in punto, disputa a Milano, con una canicola orrenda, la finale del campionato con il Cricket F.B.C. La partita termina 0-0. Occorsero due tempi supplementari, dopo i quali la nostra squadra perse assai onorevolmente per 1-0. Fin qui il volumetto citato. Va precisato che, nell’albo d’oro della Federcalcio, il nome del Culb Cesarano non figura mai; nel 1906 il campionato fu vinto dal Milan, che nella finalissima battè – 2-0 a tavolino – la Juventus, che si ritirò per protesta. Oltre alle finaliste solo altre tre formazioni presero parte a quel campionato: Genoa, Andrea Doria e Milanese.
Il nome di Cesarano, stavolta preceduto anche dal prenome di Federico, rispunta nel 1910. Il 29 gennaio di quell’anno viene ufficialmente fondata l’Associazione Calcio Padova, che sceglie come colori sociali il bianco e il rosso. I cinquanta soci eleggono presidente il barone Giorgio Treves de’ Bonfili. Il giorno seguente, 30 gennaio, il “presidente (di cosa?) Federico Cesarano designa come organo ufficiale della Federazione veneta gioco calcio il settimanale Il Pedrocchino, stampato a Padova”.
Impossibile dire se si tratti sempre di “quel” Federico Cesarano che nel 1924 vinse la medaglia d’oro, ma molti sono gli indizi che portano a lui, come abbiamo visto. Di sicuro è stato un personaggio poliedrico e spumeggiante, con molteplici interessi. L’alone di mistero contribuisce a rendere più affascinante la sua storia di atleta (anche calciatore?), dirigente di società e forse anche della federazione calcio, ma può essere che abbia fatto pure il giornalista.