Giovanni Pellecchia
Allenatori, o meglio coach, padovani di basket: scuola che continua e si rinnova nel tempo. Nei giorni scorsi Fabio Fabiano, classe 1930 e già “allenatore benemerito” della Fip (premio Van Zandt), è stato insignito della “Palma di Bronzo” del Coni. “Caro Fabio, con grande felicità comunico che il Coni ti ha conferito la Palma di Bronzo al Merito Tecnico per l’anno 2014 in riconoscimento dei risultati ottenuti in qualità di tecnico sportivo – si legge nella missiva inviata il 20 luglio dal Presidente Giovanni Malagò –. Con questa onorificenza l’organizzazione sportiva nazionale, oltre che attestare le tue capacità e i risultati conseguiti in tale attività, desidera anche esprimerti profonda riconoscenza per l’impegno dedicato allo sport in tanti anni”.
Fabiano, decano degli allenatori del Petrarca nelle cui giovanili iniziò ad allenare nel lontano nel 1954 e dove allena tuttora (da “assistente anziano” dell’emergente Nicola Imbimbo), sta iniziando la sua 65. stagione di attività in palestra (che in precedenza, prima della pensione, alternava con il lavoro di progettista delle reti telefoniche Sip): “Ho cominciato nel 1950, giocando e allenando la squadra di Promozione del Petrarca” specifica.
Nella società bianconera, tra l’altro, dopo essere stato il vice di Aza Nikolic guidò anche la prima squadra in serie A unica la stagione 1968-69, prima di tornare ai giovani. “Posso dire che da Nikolic ho imparato tutto quello che so – spiegava –, in particolare la professionalità e la programmazione del (tanto) lavoro in palestra. Mi piace il poter insegnare ai ragazzi il valore del gruppo, dello stare insieme”. E sul perchè riesce a mantenere inalterata la sua passione in palestra: “Fare una cosa piacevole e ti mantiene vivo e attivo. E poi con le giovanili i gruppi si rinnovano ogni anno o due, quindi è sempre un’esperienza nuova”.
Un altro allenatore padovano “benemerito”, lui pure allievo di Nikolic, èPaolo Parpajola. A fine 2014 ha pubblicato “Il basket di una vita”: il libro, scritto da lui e curato da Toni Paperini (il suo discepolo in termini cestistici), è un manuale rivolto ai giovani allenatori che racciude gli appunti di un’intera vita dedicata alla palla a spicchi. Il “Parpa” per oltre trent’anni ha allenato in tre società: la Virtus, il Cus Padova Femminile e il Cittadella (portato a fine degli anni ’90 in serie B2); in seguito, per lui anche esperienze a Bassano e San Martino di Lupari.
Decisamente più giovani per età, invece, sono Maurizio Buscaglia edAlberto Buffo.
Il primo, perugino di origini (anche se nato a Bari nel 1969), è padovano per formazione e residenza: approdato a Piove di Sacco dal 1996 al 2000, infatti, in città (alla Madonna Pellegrina) ha poi stabilito la propria residenza. Sta iniziando la sua decima stagione all’Aquila Trento: società che insieme a lui è cresciuta fino a diventare una delle principali realtà del basket padovano. Alla guida dei trentini dal 2003 al 2007, infatti, ha centrato la promozione in B2 nel 2005. Tornato nel 2010, ha ottenuto altre due promozioni: quella in A2 nella stagione 2011-2012 e quella nella massima serie nella stagione 2013-2014 (bissando anche con la conquista della Coppa Italia di A2). La stagione scorsa, infine, quella dell’esordio suo e di Trento in A1 è stata chiusa al 4. posto assoluto. Buscaglia, nelle ultime due stagioni, è stato valutato “coach of the year” (ovvero allenatore dell’anno) prima in A2 e poi in serie A.
Alberto Buffo classe ’78 è, invece, un padovano doc. Lui pure cresciuto nel Petrarca: dove il nonno era stato presidente e il papà vice-presidente ai primi anni ’90 (quelli del ritorno in A2). E dove Alberto, prima da giocatore e poi soprattutto da allenatore, si è fatto le ossa: allenando tutti i gruppi giovanili bianconeri, facendo il vice in B1 (prima di Giovanni Teso, poi di Massimo Caiolo), e infine allenando la prima squadra ripartita dalla serie C2. Approdato ormai da quattro stagioni nella Reyer Venezia, dove ha conquistato diverse Finali nazionali giovanili, da quest’estate è stato chiamato ad entrare a far parte della prima squadra dell’Umana in serie A1 guidata dall’ex ct della Nazionale Carlo Recalcati. “Questa nomina mi ha sorpreso ed emozionato – ha commentato –; alla fin fine, qualsiasi ruolo si rivesta in una società è chiaro che il sogno di ognuno è sempre quello di arrivare alla serie A. Nel mio caso poi il piacere è doppio perché la chiamata proviene direttamente dalla mia società, dopo un percorso di formazione interno. Questa che io chiamo “promozione” la reputo insomma una tappa di un percorso e per questo ha un valore ancora maggiore”.