Terzo in classifica (61) a nove lunghezze dalla vetta, a sei giornate dalla conclusione della stagione regolare, alla ripresa delle ostilità dopo la sosta pasquale, il Roccia Rubano si appresta ad affrontare il Mirano (65) secondo alle spalle del Badia (70). Andrea Zulian traccia un bilancio della stagione partendo dagli equilibri espressi dal campo: “Le prime quattro classificate (le 3 sopra citate più il Petrarca di Piero Monfeli, nda) direi che sostanzialmente si equivalgono. Nessuna possiede risorse e organizzazione di gioco nettamente superiori alle altre. La differenza la stanno facendo la profondità della panchina e gli infortuni”.
Il Roccia Rubano è reduce da una sconfitta di misura sul campo di Badia. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?
Mezzo vuoto. Abbiamo segnato tre mete e per lunghi tratti abbiamo avuto il pallino del gioco in mano nonostante Badia disponga di un pacchetto che in chiusa, soprattutto grazie agli ultimi due arrivi da Villadose, è in grado di dettare legge. Ci è mancato il necessario dinamismo davanti e un po’di esperienza dietro. Con Prati mediano di mischia perdiamo consistenza difensiva al largo. E la cosa ci è costata un paio di mete. Peccato, ma bravi i ragazzi che hanno lottato su ogni pallone.
Chi ritiene meglio attrezzato per il salto di categoria fra le quattro di vertice?
Per la qualità del gioco espresso direi Mirano, per l’affidabilità di alcune fasi cruciali come il gioco sui punti d’incontro e le fasi di conquista, forse Badia è un gradino superiore. Anche se, dovesse per qualche motivo fare a meno di Boarato… Noi dipendiamo troppo dalla poca profondità della rosa, soprattutto davanti, il Petrarca ha alti e bassi di rendimento in ragione delle formazioni che schiera.
Un giudizio sul girone veneto della serie B in generale…
- Ci sono due livelli di competitività, forse tre se consideriamo squadre come Silea che navigano nelle parti basse della classifica ma hanno picchi di rendimento che consentono loro risultati assolutamente fuori pronostico. Silea che batte Petrarca e Mirano è il classico esempio di squadra che, pur ancando di continuità, conferma di possedere un buon impianto di gioco e ottime individualità
Arbitraggi?
- In linea con il livello della competizione. Con alcune interessanti novità. Ci sono in giro ragazzi che promettono molto bene. Se la loro formazione sarà curata come si deve e non saranno costretti a bruciare le tappe… potremmo avere qualche buon fischietto in capo a qualche anno
Serie B campionato totalmente dilettantistico. Quale il problema più rilevante, dal punto di vista dell’allenatore?
- Due, sostanzialmente. Integrare giocatori molto esperti e di età vicina alla trentina, con ragazzini appena usciti dal settore giovanile. Se l’integrazione funziona il risultato è di qualità, interessante. In caso contrario: Huston abbiamo un problema! Il secondo è la regolarità dell’impegno. Tre allenamenti alla settimana sono il minimo che si possa richiedere e pretendere da chi fa dell’agonismo. Al di sotto di un tale volume… Eppure fra impegni di studio e di lavoro… non è per niente scontato ottenere presenze continue e regolari.
Una valutazione dell’ultimo Sei Nazioni dell’Italia?
- C’è poco da valutare e da cercare di capire. Annata storta. Tutte le squadre ne hanno. Le Nazionali non fanno eccezione. Importante è avere idee chiare su come provare a risalire la china. Auguri a mister O’Shea, nuovco ct dell’Italia e ai suoi collaboratori. Il rugby italiano ha bisogno di buoni tecnici e di idee chiare.