A Legnago un brodino per un Padova convalescente




di Giorgio Miola

C’è sicuramente un lato positivo nel punticino conquistato questa sera a Legnago, quello di aver mantenuto invariata la situazione di classifica. Nell’immaginario collettivo prima delle partite di oggi c’era un Padova vincitore in casa dei veronesi ma anche un Mantova, gasato dalla cinquina dell’Euganeo, che si sarebbe sbarazzato senza grossi problemi al “Martelli” dell’Arzignano. Non è stato così visto che i biancoscudati hanno impattato con uno zero a zero che contiene ancora tante scorie del tonfo casalingo di lunedì con la capolista, ma lo stesso Mantova non è riuscito a vincere contro i coriacei vicentini tornando così nuovamente sulla terra dopo i recenti fasti della trasferta padovana.

Abbiamo così toccato con mano le difficoltà del girone di ritorno dove ogni partita, per diversi motivi e ambizioni, può trasformarsi per chiunque in una trappola certificata anche dall’imprevista caduta casalinga della Triestina, terza forza del torneo, sconfitta in casa dall’Albinoleffe dopo esser stata in vantaggio di due reti.

Con diciassette partite ancora da disputare e cinquantuno punti in palio risulta chiarissimo che nessun verdetto può essere per ora dato per scontato e la rimonta biancoscudata, per quanto ci riguarda, non è cosa impossibile e già oggi è stata sprecata una ghiotta occasione per diminuire il distacco dalla capolista.

Detto questo però non possiamo gioire della prestazione del Padova a Legnago e, al di la del rigore gettato al vento da Liguori, va detto che al “Sandrini” i biancoscudati non hanno certo entusiasmato i cinquecento tifosi al seguito palesando molte difficoltà nel portare qualche reale insidia alla porta di Fortin e risultando sistematicamente troppo lenti e prevedibili nella manovra. Durante tutto l’arco del match l’undici patavino ha faticato molto anche nel riproporre quegli schemi che prima della pausa natalizia erano risultati proficui e in grado di rompere in qualsiasi momento la resistenza avversaria e sembravano far parte del dna della squadra. 

Vincenzo Torrente nel dopo partita ha riconosciuto queste difficoltà e si è detto pronto a studiare un’alternativa  a tre punte in grado di rendere la squadra più pericolosa in partite come questa e superare con un cambio di modulo l’attuale impasse anche alla luce dell’arrivo di una nuova punta dopo la partenza di De Marchi. 

Come già detto all’inizio crediamo che questa sera nelle gambe e nella testa dei giocatori fossero ancora ben presenti i fantasmi della brutta sconfitta con il Mantova ma certamente gli eventi di oggi in tutti i campi, anche se non del tutto favorevoli, possono dar forza alla convinzione che tutto è veramente ancora possibile.

Sabato pomeriggio si torna all’Euganeo e contro l’Alessandria ci aspettiamo un cambio di rotta e un segnale di ritrovata convinzione. Forza Padova!