Tutto è pronto a Londra e nelle città scelte per l’edizione 2015 della World Cup ovale (l’ottava della storia, la quinta per Iron man Mauro Bergamasco) per un campionato del mondo che, business, spettacolo e massiccia presenza mediatica a parte, promette di mantenere fino in fondo le tante promesse generate nel corso degli anni, all’indomani del successo della Nuova Zelanda (sulla Francia 8-7) nel 2011 che pose fine a un lungo inseguimento All Blacks al trofeo alzato per la prima (e unica) volta dai tuttineri nel 1987.
Il match di apertura è Inghilterra – Fiji, andrà in scena a Twickenham quando da noi saranno le 21 di venerdì 18. Partita da seguire (Sky in esclusiva, più una serie di siti di streaming variamente attivi e variamente legali) anche se poco o niente potrà dire circa le effettive intenzioni della Nazionale di casa. Una formazione assolutamente attrezzata per puntare alla vittoria finale ma che (forse) si è un po’ nascosta nella marcia di avvicinamento al grande appuntamento iridato.
Restando in tema di favorite, il Mondiale dirà anche se e quanto la distanza (abisso?) fra le migliori dell’emisfero Sud e le migliori dell’emisfero Nord sia da considerarsi, nell’ordine: invariata, accresciuta, lievemente diminuita, significativamente ridotta. Chi scrive è per l’opzione 2. Ma conta poco, quasi nulla.
La formula a 20 squadre (pecunia non olet…), a detta di molti, non favorisce il livello qualitativo della manifestazione. Essa però assicura volumi assolutamente interessanti di visibilità e, forse (forse) persino qualche sopresa in termini di risultati. Con ciò contravvenendo alla ferrea regola che vuole il rugby sport per sua intima essenza “imbalsamato” (nel senso di immutabile) quanto a rapporti di forze e quindi di esiti delle sfide. Tanto per capirsi: nel calcio la Danimarca e la Grecia possono vincere un Europeo (l’hanno fatto), ma la Namibia non passerà mai il primo turno. E con essa: Romania, Georgia, Usa, Giappone, Canada, Uruguay. Difficile, tanto per non raccontarci balle, che lo faccia l’Italia.
Il cammino degli Azzurri verso il gruppo delle Nazionali elette (le 8 che accederanno ai quarti) passa per un girone composto, oltre che a noi, da due squadre sulla carta (abbastanza nettamente) più deboli di noi, che sono Canada e Romania. E da due che sulla carta ci sono (abbastanza nettamente) superiori. Anche se un paio di volte al Sei Nazioni (l’Irlanda anche prima) le abbiamo battute. Il debutto con la Francia di sabato 19 (Twichenham alle 21) consegnerà agli annali e determinerà gran parte del nostro destino. A seguire: il Canada a Ledds il 26, l’Irlanda il 4 ottobre all’olimpico di Londra e la Romania l’11 a Exeter. L’ipotesi che appare più probabile è che Brunel e i suoi ragazzi torneranno a casa con due vittorie e due sconfitte. Con ciò confermando in pieno il reale peso specifico e valore internazionale di una squadra che raramente ha fatto vedere un rugby efficace e quasi mai si è espressa su livelli di effettiva eccellenza. Ovvio che, e non solo per ragioni banalmente di affetto e di appartenenza, siano in molti a nutrire il sogno di una qualificazione qualche volta in passato solo sfiorata. Sostenere però che Parisse (auguri capitano, salterà la Francia, dovrebbe farcela per l’Irlanda) e i suoi “se la giocheranno alla pari” con francesi e irlandesi fa parte di quella serie di enormi cavolate che noi dello Strillone cerchiamo giorno per giorno di non alimentare. Felici, sempre e comunque, di esserci sbagliati.
Il Mondiale in Tv sarà tutto targato Sky. Non ci sarà perciò la voce di Vittorio Munari a raccontarci le imprese dei grandi della pallaovale (e a fare spericolati parallelismi con le grandi battaglie campali del passato), né quella di Antonio Raimondi, entrambi emigrati a suo tempo a DMAX. Padova sarà comunque (molto) ben rappresentata da Federico Fusetti nella squadra dei telecronsiti commentatori.
Senza alcuna pretesa di “vedere” o di “capire” il futuro, una previsione la facciamo anche noi. Con una preghiera rivolta ai nostri lettori: non prendeteci troppo sul serio e non andate a sputtanarvi palanche in sala scommesse, seguendo le nostre indicazioni: vincerà la Nuova Zelanda, Galles e Scozia non passeranno il turno, l’Irlanda sarà la Nazionale europea meglio classificata e gli arbitri, della mischia chiusa, continueranno a capirci pochino. Forse, ovviamente!
di Giorgio Sbrocco